lunedì 26 gennaio 2015

Controlli sul mercato? Oh yes!

Colpirne uno per educarne cento. OK, le norme sono una gran rottura di scatole, la burocrazia pure, ecc.ecc. Ricordiamo però cosa prescrivono le leggi in vigore: per il materiale elettrico commercializzato sul territorio europeo si applicano le direttive; le direttive in soldoni richiedono che prima di immettere un prodotto sul mercato, occorre apporre sullo stesso la marcatura CE; la marcatura CE però si può mettere se si è preparato il "fascicolo tecnico", ovvero si sono eseguite le prove applicando le norme in vigore e si è in possesso di un test report. Chi segue la procedura corretta? Quasi nessuno: i controlli sul mercato vengono fatti poco e male; numericamente sono ridicoli, e si fanno anche prelievi di grosse aziende che solitamente sono quelle che sono a posto, o perché dotate di strutture interne, o perché hanno i prodotti marchiati e certificati da un ente. Anche qui non mancano le eccezioni, ma non facciamo nomi (potreste rimanere sorpresi). 
In ogni caso pare che la pacchia stia per finire: mi è giunta all'orecchio la notizia che un ente stia potenziando la struttura dei controlli sul mercato (probabilmente in accordo col ministero dello sviluppo economico); questo significa che i controlli sul mercato stiano per aumentare. Ovviamente auspico che i controlli siano tanti e mirati: a fare un po' di pulizia togliendo di mezzo "i soliti furbetti" innanzi tutto ne guadagna il mercato, ovvero gli utenti, avendo la certezza che il ministero vigila sui prodotti venduti. Ne guadagnerebbero anche le aziende serie che altrimenti si trovano a confrontarsi con aziende sleali che risparmiano sulla sicurezza. Spero che i controlli siano fatti anche su prodotti di aziende europee (tedesche in primis): vedremo se i tanto ligi tedeschi sono così immacolati come si spacciano di essere, e su prodotti di aziende cinesi: gli importatori troppo spesso fanno "orecchie da mercante" agli obblighi di legge proponendo dichiarazioni fatte in Cina che legalmente valgono meno della carta su cui sono stampati. C'è un mercato anche di consulenti che propongono i loro servizi per fare in modo che sul mercato finiscano solo prodotti testati: in questo momento questo mercato è al lumicino: i clienti scorretti penalizzano anche chi si propone di collaborare con loro per vendere prodotti sicuri. La chiusura di un laboratorio o di uno studio di consulenza è un brutto segnale: significa perdita di professionalità, e indice di poca qualità sul mercato. Speriamo che le cose stiano per cambiare. 
 
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