martedì 20 gennaio 2015

Il grande bluff 2: la ISO17025

Va bene, stanotte ho dormito male. Però ci sono delle cose che proprio non riesco a farmele andare giù, e una di queste è la famigerata ISO17025. Perché non mi va giù? Perché è una norma che non serve a (quasi) nulla, se non a complicarsi (e a complicare) la vita. Il motivo è molto semplice, ma occorre spiegare cos'è la norma ISO17025: è la norma che disciplina i laboratori di prova (è la ISO9000 dei laboratori). Ora, va bene che bisogna normare tutto, e posso capirlo per i centri di taratura o gli enti di certificazione, ma santo Iddio: per un "banale" laboratorio che fa prove non bastava richiedere "solo" la taratura periodica degli strumenti? NO! Oltre a quello bisogna registrare tutto, ma anche il modulo deve essere registrato. Si applicano le norme? Bene, ma bisogna spiegare come si applicano,,, ora capisco che nessuno nasce imparato, e io posso scrivere tutto, ma tanto se uno non si fa un annetto di gavetta, ma con uno bravo, col cazzo che arriva il primo che passa, legge il manuale e diventa il signore delle misure. Chiaro? E cinque anni di istituto tecnico dove li mettiamo? E poi dove sta scritto che per fare una prova occorre avere materialmente tutte le attrezzature? ESEMPIO: la norma nel paragrafo delle regolazioni meccaniche prescrive che le parti regolabili siano movimentate per tutta l'estensione per 15-150-1500 cicli a seconda del tipo di prodotto. Ora il buon Dio (quello di prima) ci ha dotati di manine, braccine, e cervello (ma non tutti, purtroppo), per cui le regolazioni me le posso fare da solo. E invece no: per fare i cicli a quanto pare dovrei comprarmi un robottino. Lo posso dire? Ma vaccaghèr... 
 
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